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La storia del radar italiano inizia nello stabilimento napoletano “Il Silurifico Italiano S.A.” al Fusaro.

Il Silurificio Italiano viene costituito nel 1921 in via Gianturco a Napoli riconvertendo un vecchio stabilimento per la fabbrica di automobili Dymler. Presto la produzione su licenza fu affiancata da una produzione propria grazie ad una capacità di ricerca e progettazione interna. Nel 1929 erano impiegate 1300 persone con una capacità di produzione di 10 siluri al mese. La Marina militare, maggiore committente, era molto soddisfatta.

Nel 1935 il Silurificio Italiano fu acquisito dall’IRI (Istituto di Ricostruzione Industriale fondato nel 1933) e trasferito nella zona flegrea riconvertendo nel 1939 lo stabilimento dei Cantieri Navali di Baia ( di proprietà dell’IRI stesso) e creando un secondo stabilimento al Fusaro accanto all’omonimo lago nel 1942.

Nel periodo bellico 1940-1943 il Silurificio produsse la maggior parte dei 3700 siluri italiani ( per sommergibili, torpediniere, MAS ed aerei) impiegati in guerra.

Nel 1943 l’organico era di 7000 unità con capacità di produzione di 160 siluri al mese.

Nel 1939 Carlo Calosi, ingegnere piemontese con esperienze didattiche universitarie e di ricerca applicata con diverse aziende, fu chiamato  a dirigere il Silurificio Italiano. Con le vicende della guerra relative all’8 settembre del 1943 il silurificio fu requisito dai Tedeschi che nella loro ritirata (dovuta all’avanzata degli Alleati che erano sbarcati a Salerno) distrussero lo stabilimento radendolo al suolo.

Dopo la guerra, la ricostruzione del Fusaro richiedeva finanziamenti che non venivano considerati prioritari dall’IRI in quella zona.

Fu allora che il sogno italiano del radar italiano incominciò a delinearsi. Il progetto di una nuova fabbrica fu reso possibile da una serie di eventi : il Piano Marshall USA per gli aiuti alla ricostruzione dei paesi dell’Europa Occidentale e, nel 1948, la creazione di Finmeccanica in ambito IRI allo scopo di controllare le aziende metalmeccaniche (tra cui il Silurificio Italiano).

Tra il 1950 e il 1960 le tecnologie già applicate durante la 2^ guerra mondiale intanto vennero ulteriormente sviluppate, soprattutto negli Stati Uniti. Questi studi, incentrati principalmente nel settore della navigazione, la loro industrializzazione ed impiego, influenzarono le principali tecnologie applicate sui sistemi radar costruiti in Europa. Numerose aziende europee e italiane utilizzarono i nuovi progetti ed alcune società formalizzarono anche accordi per la costruzione di sistemi radar su licenza.

In questo quadro, ed alla fine di un processo difficoltoso, il 16 Aprile 1951 nacque la “Microlambda- Società per studi ed applicazioni di elettronica”, una joint-venture Raytheon e Finmeccanica. La prima produzione su licenza ed a seguito di accordi governativi, fu quella del radar di avvistamento navale TPS-1D con una produzione 300 apparati

Dopo l’entusiasmo e l’impegno per questa commessa felicemente onorata e di qualche altra commessa più piccola si creò un vuoto di lavoro e ci si rese conto che occorreva affrancarsi dalla leadership tecnica americana e recuperare una autonomia di progettazione e di lancio nel mercato. L’azionista (Raytheon-Finmeccanica) non fu inizialmente  grado di percorrere questa strada e solo nel 1959,  Raytheon firmò con la NATO un contratto di cessione di know-how,  le licenze per 7 milioni di dollari e assistenza tecnica alle imprese europee .

Il 6 Giugno 1960 nasce la Selenia Spa con la partecipazione Finmeccanica del 40%, della Raytheon del 40% e della Edison del 20%. Carlo Calosi ne diventa Amministratore Delegato, Leone Mustacchi è nominato Direttore Generale e Franco Bardelli Direttore Tecnico.

La Selenia ebbe, nell’ambito del programma missilistico Hawk per la difesa difesa terrestre NATO, come prima commessa la produzione di missili Hawk e di radar di avvistamento della batteria PAR (Pulse Acquisition Radar) che impegnò lo stabilimento del Fusaro (NA) per oltre 30 anni. Poi fu la volta dei missili aviotrasportati Sparrow.

La Selenia acquisì ben presto, sotto la guida di Franco Bardelli, anche una propria autonomia tecnica con il radar meteorologico della linea Meteor (approntato già nel 1961), i radar di inseguimento navale Orion e di avvistamento terrestre  Argos.

La Selenia subisce i seguenti mutamenti societari: nel 1963 la Edison lascia e fa capolino la Fiat con il 10% (45% ciascuno a Raytheon e Finmeccanica).

Verso la metà degli anni 60 la Raytheon, a seguito di rapporti diventati sempre più tesi con Selenia, incomincia a ridurre la sua partecipazione fino all’abbandono totale nel 1969. Le Partecipazioni Statali acquisiranno prima il 72% e poi tutto il pacchetto azionario.

Nel 1970, lo Stato Italiano trasferisce la Selenia dall’egida di Finmeccanica a quella della STET, la finanziaria dell’IRI che si occupa di telecomunicazioni, un mondo assai diverso per organizzazione e competenze. Così l’industria italiana tra gli anni Settanta ed Ottanta fiorisce sul mercato internazionale vendendo bene una notevole quantità di sistemi autoprodotti spartendosi fino agli anni 80 il mercato con la francese Thomson e l’inglese Marconi Electronic Systems. Nel 1989 l’IRI riporta la Selenia sotto l’ala di Finmeccanica.

L’azienda affronta diverse riorganizzazioni societarie: la fusione tra Selenia e Aeritalia (dicembre 1990) che dà vita ad Alenia; il conferimento delle attività del settore difesa in Alenia Difesa (1996); la costituzione della joint venture italo-inglese (1998) che dà vita ad AMS - Alenia Marconi Systems (1999) che nel 2005 finalmente si scioglie con la costituzione  Selex Sistemi Integrati (proprietaria Finmeccanica al 100%). 
Nel 2013 SELEX Sistemi  Integrati confluisce,  insieme con SELEX Elsag e SELEX Galileo, in Selex  ES che eredita il patrimonio storico delle tre aziende da  cui  discende.

Ad inizio 2016 tutto diventa Finmeccanica. 

Ad inizio Maggio 2016 Finmeccanica diventa LEONARDO  … la Storia continua ...

(tratto dalla rivista ASSISTENZA AL VOLO - AIR TRAFFIC CONTROL, periodico ANACNA, N. 3/2012)

 

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STORIA SELENIA